
Calato il sipario su Expo, per Milano si apre la scommessa più importante: non tradire l’eredità dei sei mesi che le hanno portato il mondo in casa. Molte le sfide aperte, non certo semplici e scontate.
Occorre anzitutto dare un futuro all’area espositiva: potrebbe essere il primo grande progetto della Città Metropolitana o trasformarsi nell’ennesima occasione perduta. Le idee non mancano. Serve una regia forte e la disponibilità a lavorare assieme, prima di tutto tra le istituzioni, recuperando lo spirito che ha reso possibile conquistare e realizzare Expo.
É importante non disperdere l’eredità culturale dell’esposizione, sintetizzata nella Carta di Milano e costruita dai tanti appuntamenti che hanno caratterizzato i sei mesi di Expo e hanno offerto riflessioni, buone pratiche e tante idee da sviluppare.
Dopo mesi con i riflettori del mondo addosso, Milano deve mantenere la capacità attrattiva e sviluppare le energie positive che l’hanno resa interessante e stimolante.
Non ci sarà più Expo, ma rimarranno i tesori di una città che gli ultimi sei mesi hanno illuminato di una luce nuova. Expo è stato il sogno che ha indicato a Milano una via da percorrere, il progetto che ha unificato, nonostante tutto, una città intera.
Dove si dirige ora Milano? Quale progetto unificherà gli sforzi di coloro che la vivono e la abitano? Il dopo Expo passerà inevitabilmente attraverso una risposta credibile a queste domande. Di cui dovrà farsi carico soprattutto chi sarà chiamato nei prossimi anni a guidare Milano e la Città Metropolitana.
Il dibattito su nomi e equilibri politici non basta e rischia di essere sterile, serve un’idea di città da sviluppare e condividere con tutti coloro che hanno scelto Milano come luogo per vivere e lavorare. E serve, soprattutto, pensare in grande, come ci ha insegnato Expo. Senza l’ambizione di essere un nodo della rete globale, Milano rischia di perdere la sua anima. La visita di papa Francesco a un anno dall’inizio di Expo può, in questo senso, essere uno stimolo importante.
Fabio Pizzul
@fpizzul
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