L’esperienza della Città Metropolitana di Milano è poco conosciuta, e talvolta anche poco riconosciuta, sia all’interno dei percorsi istituzionali che fra i cittadini. Questo accade nonostante sia unanime il parere – almeno in linea di principio – che essa rappresenti una leva insostituibile per lo sviluppo socio economico del nostro territorio.
E, me lo si conceda, del nostro Paese. E’ ancora faticoso definire i servizi “metropolitani” e attribuire competenze, responsabilità e risorse che possano realizzare davvero politiche di sistema con uno sguardo d’insieme e non con il collage di attività del Comune di Milano e degli altri 133 Comuni: servizi idrici integrati, trasporto pubblico, infrastrutture per la mobilità, banda larga, gestione dei rifiuti, manutenzione delle strade e degli edifici scolastici, la costituzione di un Parco Metropolitano, … sono solo alcuni dei temi centrali del piano strategico della Città Metropolitana di Milano. A cui non possiamo non aggiungere quell’obiettivo di modernizzazione che fa rima con sburocratizzazione e semplificazione, e che tanto ci sta a cuore, come amministratori e come cittadini.
Ancora non si sono sciolti quei nodi sostanziali che permetteranno davvero di superare quell’antica dialettica fra “Provincia” e “Comune di Milano” che necessita, invece, di essere interpretata come l’occasione per creare un vero e proprio sistema Milano: come ci ricordavano le ACLI qualche giorno fa, è forse più opportuno avere a cuore una Milano grande più che una Grande Milano.
E il percorso verso la Milano grande è appena iniziato: nella primavera del 2016 si andrà a eleggere il Sindaco di Milano, che sarà anche Sindaco della Città Metropolitana. E’ evidente quanto sia centrale chiedersi quale sarà la visione metropolitana che porterà il futuro sindaco, quale il percorso che vorrà intraprendere per proseguire il cammino di costruzione di questa nuova realtà istituzionale, come intenderà affrontare quei nodi che, uno a uno, dovranno essere sciolti per permettere a Milano di farsi davvero grande. I programmi delle coalizioni che sosterranno i candidati non potranno che avere un orizzonte metropolitano, per costruire un percorso che certamente dovrà fare i conti con i mille dubbi sulle risorse, il personale e gli investimenti, ma che non potrà limitarsi a richieste – ancorché legittime – soltanto di maggiori disponibilità economiche.
La visione si costruisce osando guardare al futuro nonostante le difficoltà del presente, i programmi si costruiscono mettendo le gambe ai progetti e alle idee, individuando percorsi possibili, strutturando e accompagnando l’azione amministrativa in modo credibile, determinato, efficace. Come ci ha ricordato un Sindaco,“abbiamo bisogno di più politica”.
Anna Scavuzzo