La crisi di questi anni ha portato diverse famiglie sotto la soglia di povertà anche perchè, molto spesso, la perdita del lavoro ha coinciso con la mancanza della loro unica fonte di reddito.E’ importante inoltre ricordare, che il taglio dei finanziamenti al welfare italiano, fatto negli anni scorsi, ha contribuito ad accentuare queste difficoltà.
Per questi motivi sempre più spesso si è sentito parlare del ‘reddito di cittadinanza’ e di come, questa soluzione, avrebbe potuto combattere la povertà. Si tratta di un provvedimento che introdurrebbe la possibilità che lo Stato sostenga con un contributo diretto le persone in stato di necessità. Personalmente ritengo sia necessario risolvere questo problema, tuttavia non si può considerare questo strumento come risolutivo, a meno che si decida di rendere le persone completamente e stabilmente dipendenti dal sussidio pubblico.
Credo, infatti, che si debba invece intervenire su più fronti affrontando le diverse situazioni con provvedimenti mirati e puntuali. Innanzitutto è prioritario restituire “dignità” a chi ha bisogno: non solo assistenza ma un lavoro che permetta un adeguato sostentamento, che diventi un reale punto di ripartenza. Lo chiede la nostra Costituzione, lo indica il buon senso.
Nella legge di Stabilità viene previsto un intervento di circa 600 milioni di euro per sostenere le famiglie sotto la soglia di povertà con un aiuto all’acquisto di beni primari e al pagamento delle utenze casalinghe. Priorità sarà data alle famiglie con minori.
Tutto questo, però, richiede, da parte di chi riceve l’aiuto, un impegno a riqualificarsi nelle proprie conoscenze per accedere ad un lavoro in modo da togliere stabilmente la propria famiglia dalla povertà.
Anche il finanziamento di 90 milioni di euro per “Il dopo di Noi” è un intervento che va a coprire un buco di assistenza per quelle famiglie con ragazzi disabili che restano senza un parente di primo grado. Ritengo che sia una grande attenzione e anche un sollievo per i genitori di questi ragazzi.
Altro intervento è quello per le malattie gravemente invalidanti (esempio la SLA) che è stato aumentato proprio per rispondere ai gravi problemi delle famiglie che hanno dovuto assistere parenti.
Come sempre sono gocce nelle difficoltà di tante famiglie, ma é importante sottolineare che sono comunque interventi di non di breve durata ma incidono strutturalmente, per aiutare le famiglie in situazione di crisi o per dare continuità all’assistenza dei propri cari.
Paolo Cova