Sono prossime le elezioni amministrative. Per questo la preoccupazione prioritaria di ogni partito o coalizione è quella di arrivare a definire il candidato. Milano è una ‘piazza’ importante.
Verranno utilizzate modalità diverse: lo strumento delle “Primarie” è tipico delle coalizioni di centrosinistra (7 febbraio 2016). Il Movimento 5 Stelle ha iniziato ad utilizzarle pur con alcune differenze e in modo sostanzialmente chiuso (a Milano la candidata è stata individuata attraverso meno di quattrocento preferenze di segnalazione). Le coalizioni di centro-destra, invece, in genere scelgono in modo partitico.
Personalmente sono favorevole all’uso delle primarie, pur cogliendone alcuni limiti che l’esperienza fin qui maturata permetterà di correggere, perché risultano un ottimo esempio di partecipazione e di coinvolgimento non solo degli iscritti ma soprattutto degli elettori. Le Primarie però devono evitare di diventare regolamento di conti interni ad un partito o ad una coalizione, permettendo di scegliere tra i diversi candidati colui che ha le competenze migliori e la possibilità di successo, sapendo aggregare realtà, energie, opportunità anche articolate ma capaci di convergere per uno scopo comune. Diversamente un candidato potrebbe vincere la battaglia delle Primarie ma perdere la sfida finale del Sindaco! E non sorprende che il centro-destra attenda l’esito del centrosinistra per indicare l’avversario di Sala o Balzani o Majorino: metterà un calibro o una bandierina?
La scelta del candidato è occasione per coinvolgere gli elettori e farli diventare parte attiva nel sostenere e partecipare poi alla campagna elettorale del probabile giugno prossimo. Se fatta con persone di qualità – e a Milano sta avvenendo così – le Primarie del centrosinistra (che l’ultima volta hanno coinvolto 60.000 cittadini) permettono un riavvicinamento tra la politica e le persone. E’ più facile e veloce decidere in un numero ristretto, ma l’apertura alle diverse realtà, anche verso chi non è un frequentatore abituale degli ambiti di partito risulta una buona preparazione.
Se si considerano i continui cali di partecipazione al momento delle votazioni, ogni strumento che incentivi il coinvolgimento alla vita democratica non può che essere benvenuto.
Paolo Cova