Eugenio Comencini è Sindaco di Cernusco s.Naviglio. Gli domando: Beppe Sala ha rilanciato il tema della Città metropolitana -di cui tu sei vice Sindaco-, come qualificante: cosa vuol dire per un Sindaco di un grande centro della Provincia come Cernusco s. Naviglio?
Sfida importante e tutta da giocare. Per Pisapia all’inizio del suo mandato non era prevedibile si arrivasse alla città metropolitana, ora lo é. Beppe Sala, eletto candidato del centrosinistra per Milano si mostra convinto della sua opportunità, anzi necessità, ed ha assunto alcuni impegni. Mi aspetto che Milano cambi strategia: la Città metropolitana che nasce non può essere il pesce grande che mangia i piccoli. Serve approccio nuovo, inclusivo, lungimirante, generoso… Sfida reale che chiederà un impegno ed una collaborazioni diffusi.
Per questa partenza ti pare sufficiente che nella città di Milano ci si avvii verso le 9 Municipalità? O cosa altro?
Le Municipalità in Milano, insieme alle zone omogenee dell’hinterland, sono la precondizione per arrivare poi all’elezione diretta del Sindaco metropolitano. L’obiettivo deve essere strategico, con una nuova prospettiva di governance. Cosa diventeranno i Municipi del capoluogo sarà da verificare nel percorso. Si arriverà ad un bivio nel confronto fra municipalità e comuni e allora si vedrà in modo più chiaro quale dovrà essere il salto di qualità.
Quali le urgenze e quindi le competenze? Al di là di quelle che sono ad oggi le competenze che la Legge Delrio ha attribuito alle Città metropolitane, l’esperienza di questi mesi mi fa dire che la nuova istituzione dovrebbe essere impegnata solo su grandi temi strategici. Il più evidente – anche agli occhi dei cittadini – è quello del trasporto pubblico: come si sviluppa la rete, come si integra l’esistente fra ferro e gomma, quanto si paga il biglietto; poi la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti; la pianificazione territoriale, lo sviluppo economico, il governo di progettualità strategiche. La politica elabori un progetto e lo socializzi in modo da fare un passo avanti, anche con nuove norme. Cosa resterà di competenza comunale lo deciderà la legge. Guardiamo ad esempio il percorso della Francia: da 22 regioni a 14 grandi regioni, con la valorizzazione delle intermunicipalità, che hanno fatto permanere i circa 36.000 Comuni, ma che li ha abilitati a condividere l’attività su materie importanti in circa 2.100 nuove intercomunalità. Al Comune resteranno servizi alla persona, pianificazione di secondo livello, opere locali. Lione sta affrontando questa sfida in maniera brillante.
Quali le difficoltà di questa sfida? Come in tutti i processi nuovi, ci sono molte difficoltà, di varia natura, da quelle legate alla governance a quelle finanziarie. Ma Milano ha già fatto molto e un notevole passo avanti: sarà la prima città metropolitana che approverà il piano strategico che racconterà la vision sul futuro e snocciolerà una seri di progetti sull’area vasta e sulle zone omogenee. La Città metropolitana di Milano è l’area più significativa come entità territoriale, di attività, di persone che partecipano al sistema, di valore aggiunto prodotto. Non ci si può fermare. I prossimi passaggi di Milano diventeranno determinanti, perché questa esperienza sarà simbolica per il resto del paese.
PD