Chi ha potuto seguire, non proprio distrattamente, la campagna elettorale di queste settimane per le amministrative, ha notato una certa privatizzazione degli annunci: pochi manifesti e più contatto personale, meno volantini e più rapporti di vicinato, risparmio di carta e più internet.
La vera campagna è partita solo quando gli schieramenti hanno presentato i candidati al consiglio comunale e a quelli dei nuovi Municipi: 2000 competitori per 300 posti, a vario livello.
E mentre i candidati Sindaco coprono l’immagine complessiva, i candidati Presidenti di Municipio catalizzano i quartieri grazie ad una novità. Diverse centri parrocchiali hanno aperto – ecco la novità – ad un confronto partitico ampio, e qui si è vista in genere una qualità a vantaggio del centrosinistra, con candidati giovani e in genere più preparati. La sperimentazione dopo anni di imposto silenzio è parsa un lavoro utile, forse più per il futuro che non per l’immediato. Le comunità ecclesiali affermano così, ora, di non essere indifferenti alla dimensione politica. Lo avevano fatto per anni, nel momento in cui il bipolarismo spaccava in due le comunità di credenti ma con l’effetto di rendere, col tempo, il mondo cattolico silenzioso e formalmente asettico. Credo che a questo mutato atteggiamento abbia contribuito la nota del Card. Scola sull’invito a cristiani a mettere a disposizione energie ed entusiasmo, a cui è seguito il documento ‘un contributo per il bene comune della città’ realizzato da associazioni, gruppi e movimenti ecclesiali della Diocesi ambrosiana.
Ma vi è un altro fatto che mi ha un po’ sorpreso. L’aver incontrato diversi giovani di provenienza ecclesiale (associazionismo, Azione Cattolica, Oratori…) che si sono personalmente e autonomamente buttati in questa competizione. Mi pare un aspetto positivo, ma che rischia di perdersi se non coltivato. Un tempo il percorso era stato Azione cattolica>Acli>Sindacato>Politica; poi con il Card. Martini è diventato comunità> scuole di formazione politica> partiti> istituzioni. Ora si pone il problema di come raccogliere e sostenere queste energie. Anche perché vi è un chiaro dislivello fra impegno sociale e civile di queste componenti e loro presenza nei partiti e nelle istituzioni.
Meglio avere problemi che l’encefalogramma piatto!
Paolo Danuvola