Incontro un’amica e mi dice di portare le sue congratulazioni a Marco Granelli “perché ha portato tre donne in Comune”. Preciso che ognuna di queste candidate aveva un proprio patrimonio di conoscenze e supporter, di iniziativa sul territorio o nell’associazionismo, rispondo. “Sì, però quell’idea originale di presentarsi sempre in binata uomo-donna, ha trasmesso l’immagine non solo di rispetto della norma ma anche di un gruppo – presente anche nei Municipi – che potrà positivamente continuare a collaborare in Comune”.
L’osservazione mi è piaciuta, anche perché le persone a cui si riferiva sono leggono tutte e talvolta scrivono per ‘il Sicomoro’. Come nello scorso numero, quando avevamo ospitato Beatrice Uguccioni, Anna Scavuzzo, Roberta Osculati e Marco Granelli su queste pagine (precedentemente Claudio Antonelli, della lista Sala). Sul Sicomoro scrivono infatti non solo persone che dibattono ma anche quelle che si mettono in gioco.
E’ stata un’intuizione? Non so, ma forse si capiva che nascondeva una (almeno mia) speranza. E questo anche se il nostro foglio ha richiesto a tutti/e un articolo con contenuti e non con messaggi elettorali: su giovani, donne e politica, esperienza, legalità e urgenze di una città in crescita. Posso dire -anche ora- di aver visto il loro presentarsi alla città motivato su idee, progetti, obiettivi e speranze. Stile non proprio fra i più diffusi, in una contesa elettorale spesso tesa più a ripartirsi i voti interni al PD che non a trovarne di nuovi nella società.
Si è però inserito l’errore del nuovo regolamento di agganciare al 40%+1 di voti l’assegnazione della Presidenza dei Municipi, con l’effetto – complice l’autolesionismo a sinistra- di dividere in due la città e con il rischio ora, di metterne in frigorifero la prospettiva.
Per questo quando nell’alba del 6 giugno, ho visto apparire sul monitor le preferenze in crescita di Marco Granelli (3183), Anna Scavuzzo (2216), Beatrice Uguccioni (1764) e Roberta Osculati (1128) ho tirato un sospiro di sollievo rispetto all’ansia accumulata nel vedere gli exit pool a favore di Beppe Sala, mentre tardavano ad arrivare quelli dei seggi che avrebbero poi determinato la sua affermazione al 1° turno.
I nostri amici non hanno esibito il distintivo del loro cattolicesimo ambrosiano ma la loro cultura rinvia ad un’area di ispirazione cristiana, laicamente impegnata a livello sociale e politica.
Il nostro foglio non farà loro sconti per il futuro: vedremo cosa sapranno fare. E soprattutto se saranno una squadra fra loro e con i tanti giovani che li hanno supportati nelle zone, incrociando i loro nomi locali con i ‘comunali’.
Paolo Danuvola