Anna Scavuzzo è da pochi mesi Assessore all’Educazione e Vicesindaco di Milano, le poniamo qualche interrogativo sulla base di qualche preoccupazione delle famiglie.
Assessore, ripresa scolastica per nidi, scuole dell’infanzia e primo ciclo dell’obbligo, tutte con competenze comunali: quale la situazione? Sia per posti dei più piccoli sia per le strutture in sofferenza da ristrutturare.
Da pochi giorni hanno riaperto gli asili nido e le scuole dell’infanzia: circa 33mila bambini hanno iniziato o ripreso un percorso educativo essenziale per la loro formazione e il loro sviluppo, in un contesto, quello milanese, di assoluta eccellenza per qualità e varietà dell’offerta. Le graduatorie relative all’iscrizione ai nidi, inoltre, già dimezzate nel corso dell’estate, a breve saranno aggiornate e, grazie anche a 300 posti ancora disponibili, saranno ulteriormente ridotte le liste d’attesa. Ora al via le scuole primarie: procedure d’iscrizione, avvio dei contratti con il personale, organizzazione delle chiamate, ed ultimi lavori prima dell’apertura dell’attività didattica. Certo, di questioni aperte nelle scuole ce ne sono molte – a cominciare dal rinnovamento dell’edilizia scolastica e dall’organizzazione del personale-, ma ogni scuola può contare sulla volontà e sul massimo impegno da parte dell’Amministrazione comunale per affrontarle una ad una, in modo da incontrare i bisogni delle famiglie milanesi con occasioni educative all’altezza delle aspirazioni di ciascuno: è un impegno che una città come Milano deve e vuole assumersi.
La scuola è luogo di integrazione per bambini e le loro famiglie. Vi sono però dei casi in cui l’utenza da immigrazione supera l’entità dei residenti: che fare per aiutare gli insegnanti a tenere alta la qualità?
Il tema dell’integrazione oggi più che mai chiede di essere affrontato con determinazione, pazienza e capacità di misurarsi con le piccole e grandi questioni quotidiane. La fatica che oggi attraversano diverse realtà – come quelle dei Poli Start – e la mancanza di un concreto e diffuso sostegno rispetto alla mediazione culturale, costituisce un problema in diversi contesti, soprattutto in quelli di recente immigrazione, in quelli dove più importante è la presenza di figli di migranti o dove sussistano difficoltà di comunicazione con i più piccoli o le loro famiglie. Riuscire a evitare il formarsi delle cosiddette “scuole ghetto” permette un’integrazione vera e reale, il miglior contesto per crescere insieme nel rispetto e nella diversità. Rimettere al centro della riflessione anche il tema pedagogico, e quindi ragionare sugli strumenti e le prassi educative che gli insegnanti possono avere – o imparare – per meglio affrontare l’esperienza quotidiana è uno dei passaggi cruciali sui quali le Amministrazioni possono – e devono – portare attenzione, risorse, piste di lavoro.
C’è chi adombra la possibilità che i bambini portino il pasto da casa (lunch box), torniamo alla schiscetta?). Quale il significato della refezione per tutti e per tutti uguale?
Possiamo affrontare la questione da diversi punti di vista: educativo, igienico sanitario, alimentare. Mi convinco sempre più come la polemica contro la refezione che oggi stiamo vedendo crescere – anche senza avere reale conoscenza delle dimensioni della richiesta, che a oggi al Comune e a Milano Ristorazione è nulla – sia strumentale, priva di fondamento reale. Il senso di un servizio essenziale come quello della refezione è da ricercarsi nella possibilità di dare ai nostri figli cibo sano, con un menu equilibrato e mai improvvisato, inserendo il momento del pasto all’interno della giornata scolastica, anche dal punto di vista educativo e relazionale.
Com’è il primo impatto nella responsabilità del settore educativo e come vice Sindaco?
Il lavoro è molto perché il sistema educativo milanese è composito e complesso, allo stesso tempo è un impegno che sento essere davvero al servizio della città, a partire dai suoi cittadini più piccoli, e lo vivo come un onere e un onore allo stesso tempo. Con lo stesso spirito vivo la mia responsabilità di Vice Sindaco, con la consapevolezza che un ruolo istituzionale come il mio chiede di ponderare le decisioni valutandole con attenzione, di offrire il massimo della disponibilità, di considerare sempre che la squadra del Sindaco è una squadra al servizio di tutta la città. (PaDan)