Con la votazione di domenica scorsa è ripartita la nuova edizione del Consiglio della Città Metropolitana con la speranza di un decollo definitivo dopo che la prima edizione si è conclusa con tante ombre e poche luci. Mancanza di risorse ma soprattutto rischio di non riuscire a mantenere un equilibrio tra città capoluogo e città metropolitana.
Non è ancora chiaro con quali risorse i comuni possano gestire le competenze delegate. Possiamo provare a fare qualche esempio: la gestione delle palestre scolastiche appartenenti ad istituti superiori -e quindi di proprietà della ex Provincia- che fino alle 17 restano di competenza dell’istituto scolastico, oltre quell’ora vede i costi ricadere completamente sui comuni ospitanti la scuola o alla peggio sulle società sportive che le utilizzano; la manutenzione delle strade provinciali e del verde collegato e la destinazione dei fondi destinati alla città metropolitana derivanti dalle sanzioni al codice della strada dove vanno? Sono in equilibrio?… La città metropolitana dovrà avere la filosofia di fare da guida per tutte le partite sovracomunali.
Altro esempio: trasporto pubblico. Occorre gestire le partite che hanno una ricaduta nazionale come i finanziamenti per lo sviluppo delle linee di trasporto metropolitane, nell’interesse sia del capoluogo che degli altri comuni interessati, con la prospettiva di costruire un piano della mobilità che affronti e risolva le problematiche che oggi congestionano il traffico dalla area vasta al capoluogo. E di conseguenza come il trasporto pubblico locale possa aiutare la trasformazione di interi quartieri sviluppando nuovi servizi e una nuova prospettiva occupazionale o una diversa politica abitativa, meno emergenziale e qualitativamente più apprezzata. Il prezzo del biglietto rimane troppo elevato e soprattutto non sempre equo tra un comune e l’altro se non si arriva al biglietto unico del Nord Milano.
Ma politicamente come nasce questo nuovo consiglio metropolitano, sotto quali auspici? Sicuramente con qualche affanno della macchina burocratica, in parte per le competenze e soprattutto per tutto ciò che sarà delegato alle amministrazioni periferiche senza capire quali possano essere i giusti confini.
Ma sicuramente il primo interrogativo sarà quello legato alla scelta del vicesindaco/a metropolitano, per poter garantire quel giusto equilibrio tra interessi del capoluogo e quelli dei comuni della cintura metropolitana. Scelta che dovrebbe essere dettata da un criterio prettamente politico e non da carattere personale. Scelta fondamentale per il futuro della “città metropolitana” che dovrà finalmente uscire in modo compatto dalle pastoie di una gestione un po’ confusa e lanciarsi dentro un’organizzazione capace di coordinare gli interessi sovracomunali di oltre 100 comuni metropolitani.
Un percorso istituzionale, quello del consiglio metropolitano, che deve diventare interessante e degno di nota. L’auspicio é quello di poter arrivare un giorno all’elezione diretta del sindaco e del Consiglio stesso. Ovviamente bisognerà definire meglio il ruolo del consigliere metropolitano che dovrà diventare il tramite tra i bisogni del territorio e quelli del capoluogo, dentro un sapiente e intelligente gioco di squadra. Anche se riuniti nella stessa persona, il ruolo di sindaco di Milano e della Città Metropolitana dovranno essere frutto di fantasia e di coraggio.
Luca Ghezzi – Vicesindaco di Cinisello Balsamo