“Promettiamo che…”, “ci impegneremo a…”, “risolveremo i…”: sono queste le più note espressioni delle campagne elettorali. In queste primi 4 mesi di impegno all’interno delle istituzioni sento forte il carico di “attese” che oggi giustamente si sono trasformate in “pretese”. Incontrando associazioni e cittadini, mi rendo conto che “da fuori” non si capisce bene cosa funziona, come funziona e soprattutto i tempi di una macchina amministrativa di questi “municipi”.
In tutte le occasioni possibili non cesso di raccontare i progetti in cantiere, le prime azioni intraprese e le difficoltà che si incontrano nel cambiare le cose. Mi rendo conto però che, spesso, neppure queste spiegazioni sono sufficienti: si domandano invece risposte pronte e risultati immediati. Il tempo di antipolitica in cui viviamo somiglia ad un incendio le cui fiamme divampano non solo la fiducia nel tempo presente e nel futuro, ma rischiano di raggiungere anche le persone e le realtà che ci circondano. I risultati elettorali confermano da anni questa tendenza: non ci si fida più dei partiti, degli organismi di partecipazione e delle persone.
Si è concordi allora nell’individuare come compito prioritario della politica di oggi, quello di ricucire questo strappo. Per ricucire una relazione che si è lacerata bisogna tornare ad “uscire”, a relazionarsi, a raccontare quello che si fa e quello che si è. Ogni “30 del mese” il Municipio 3 informa attraverso i canali di facebook le attività svolte nel mese, un primo strumento che sarà poi rivisto e approfondito meglio. Non basta proprio dire “cosa si fa” è importante anche dire “chi siamo”: anche una sola proposta di delibera rimane pur sempre e solo una delibera se non è accompagnata da una spiegazione che ne dimostri il tempo impiegato per studiarla, istruirla e presentarla.
In un tempo in cui tutto sembra “marcio” e si accusano i politici di stare chiusi nei palazzi, è davvero necessario raccontare le difficoltà che le leggi, e in generale la burocrazia, impongono a chi si occupa della cosa pubblica.
Sono convinto però che per ridare dignità alla politica, non sia necessario solo “raccontarla” da parte di chi la vive ogni giorno con la responsabilità istituzionale che ricopre. E’ tempo di dare dignità alla politica restituendole ciò che le serve di più: il tempo. Non un tempo infinito, non un tempo “regalato” dietro a cui nascondere incolpevoli ritardi e ingiustificabili inadempienze, ma un tempo necessario per fare e fare bene, riducendo sì i tempi per dare le risposte che i cittadini aspettano. Non possiamo correre il rischio che per rispondere all’antipolitica, la politica affronti con superficialità le sue azioni. Ecco perché è davvero una sfida governare. Bisogna avere sempre la consapevolezza della propria responsabilità, delle piccole e grandi attese di cui siamo “custodi”, ma bisogna avere la serietà affrontare i problemi globalmente, valutando i rischi e le possibilità, misurando le parole, affrontando gli interventi con lo sguardo lontano “di chi guarda al bene del paese e non della legislatura”, parafrasando De Gasperi. La politica ha bisogno di dare segnali forti di discontinuità, di presenza e di conoscenza dei problemi e delle risorse di cui dispone, ma ha bisogno anche di non essere improvvisata e “tweetata”.
Luca Costamagna