Caritas Ambrosiana da fine agosto è presente in Centro Italia a supporto delle popolazioni colpite dal terremoto. Alberto Minoia, responsabile delle emergenze, conosce bene quelle zone, visto che ha operato in Umbria nel 1997 e a L’Aquila nel 2009 (cfr. foto). A settembre è stato inviato ad Amatrice per avviare i gemellaggi con le frazioni di Amatrice assegnate alle Caritas Lombarde. Dopo la recente violenta scossa del 26 ottobre Minoia è tornato nelle zone colpite, dove il quadro è completamente cambiato.
È come se ci fosse stato un altro terremoto – racconta Alberto -. Anche se questa volta, per miracolo, non ci sono stati morti, sono decine di migliaia le persone sfollate. Ho visitato Visso e Ussita, le zone più vicine all’epicentro. C’è molta paura e preoccupazione: parecchia gente si è sentita sconfortata perché sperava di avere sorpassato la fase più dura. C’è moltissima tensione e la speranza sembra persa. L’isolamento geografico contribuisce ad aggravare la situazione. Va bene mettere in sicurezza le persone, ma senza spostarle per forza di cose. Ci sono, ad esempio, allevatori che comprensibilmente non vogliono lasciare i loro animali e le aziende agricole che rappresentano il loro sostentamento, ma che rischiano di rimanere isolati.
Come si sta agendo nell’emergenza? La Protezione Civile aveva progettato un’accoglienza per 4000 persone e ora, solo per le Marche, si è a oltre 30.000. Stiamo tentando di rimanere vicini alle persone e le delegazioni Caritas locali stanno lavorando molto bene per alleviare i disagi e far sentire le persone meno sole. Le stesse Caritas sono però colpite: penso, ad esempio a quella di Camerino la cui sede è stata sepolta dal crollo del campanile.
Sono decine di migliaia le persone costrette a lasciare le loro abitazioni: come avete intenzione di lavorare per limitare i disagi della popolazione? Manderemo i volontari sulla costa per aiutare chi ha lasciato il proprio paese a rielaborare il trauma e, da subito, saremo con i nostri operatori all’interno per portare soccorso a chi è rimasto e non può o non vuole andarsene, per tutto il tempo che ce ne sarà bisogno. Gireremo casa per casa. Sarà un lavoro lungo, perché le nuove scosse hanno costretto a ricominciare tutto da capo i lavori di verifica degli immobili.
Che cosa è cambiato nelle zone terremotate dopo la scossa del 26 ottobre? Siamo di fronte non più a un solo terremoto, ma, considerate le proporzioni, a due eventi sismici avvenuti in aree in parte sovrapponibili. Ciò implica anche una rimodulazione del nostro intervento. Per questo mentre avviamo i gemellaggi già concordati, siamo pronti a farci carico degli interventi di prima necessità anche nelle nuove aree.
Caritas Ambrosiana e le altre Caritas della delegazione lombarda, come dicevamo, hanno ricevuto mandato di gemellarsi con le frazioni attorno ad Amatrice: 30 piccoli borghi sparsi sui monti, lungo la faglia sorgente del sisma. Per questi interventi i fedeli ambrosiani hanno già donato, grazie alla prima raccolta fondi, oltre 2 milioni e mezzo di euro. Per donazioni www.caritasambrosiana.it. (F.P.)