Questo parlamento è il più giovane della nostra storia repubblicana e ha la maggiore presenza femminile di sempre. Credo non sia un caso che abbia voluto affrontare una questione irrisolta negli ultimi 70 anni, nota a tutti come “bicameralismo paritario” tra Camera e Senato. L’ha fatto volendo dare un nuovo slancio al nostro Paese, ai nostri giovani e alle nostre famiglie.
Giovani e donne, in Parlamento, hanno rimodellato l’organizzazione dello Stato, tenendo come base gli intonsi articoli scritti nella Parte prima della Costituzione, nell’intento di superare le difficoltà del passato e gli errori che la vita politica, e non solo, del Paese ha mostrato sempre più evidenti in questi ultimi decenni.
Le scoperte scientifiche, la cultura, l’arte, la richiesta di diritti e doveri sono cambiati profondamente in questi 70 anni e constatare che anche il nostro processo legislativo fosse ancora fermo, ad una stagione storica dove “doveva” prevalere l’interdizione reciproca fra i due maggiori partiti (DC-PCI), rischiava e rischia di fermarci, senza vedere che di fronte a noi ci sono nuove sfide da affrontare anche con strumenti e percorsi nuovi.
Se “la realtà supera l’ideale” come ci viene autorevolmente richiamato, allora è tempo di porci una seria domanda: possiamo ricercare esclusivamente l’ideale senza immergerci nella realtà della vita quotidiana? Se la politica vuole superare la distanza, che si mostra sempre più evidente, con la vita di ogni giorno, deve fare lo sforzo di calarsi nella quotidianità dei propri cittadini e iniziare a dare loro risposte concrete.
L’onda di populismo che sta girando in Europa e nel mondo, ha trovato facile slancio proprio in una politica fragile, ferma ai tecnicismi, alle “parole d’ordine”, o ad una storia che è completamente superata nell’evolvere degli anni.
Giovani e donne -che in questo Parlamento rinnovato nell’età e nel genere grazie soprattutto ad alcuni partiti- si sono fatti carico dell’innovazione proprio perché hanno sperimento la difficoltà della realtà quotidiana che spesso li esclude, hanno preso nelle proprie mani la responsabilità di proporre la modifica dell’organizzazione del nostro Stato per renderla più coerente con i cambiamenti in atto.
Ci chiedono di sostenerli in questo passo importante e con grande orgoglio, dopo averla votata alla Camera, voglio dare fiducia a tutti loro votando SI a questo referendum.
Paolo Cova