Un augurio a Paolo Gentiloni, nuovo Presidente del Consiglio, perché possa ripristinare un dialogo e ad accompagnare la nuova legge elettorale. Lavoro che richiederà collaborazione e fatica.
Il NO alla riforma costituzionale ha vinto senza ‘se’ e senza ‘ma’, con una percentuale di votanti che ha dimostrato un risveglio popolare.
Ora il Senato della Repubblica è diventato una delle istituzioni più intoccabili, perché ci vorrà del coraggio a rimetterci mano, chiedendo a 315 Senatori di dichiararsi un doppione. E con esso restano le ‘doppie fiducie’ al Governo e le ‘doppie letture’ di ogni legge. Il superamento di questo ‘doppio’ era il nodo centrale della ‘riforma imperfetta’ su cui siamo andati a votare.
Anche se non sono mancati apprezzabili ragionamenti sul merito, e importanti motivazioni sul SI e sul NO, il voto è risultato prevalentemente politico: pro o contro Renzi. E Renzi è andato a casa, primo Presidente del Consiglio a farlo senza essere sfiduciato, ma per un impegno politico-morale enunciato durante la sfida, e questo mentre restano in Parlamento quanti lo dichiarano illegittimo. Più incerta è l’appropriazione del risultato: che per ora pare andare al M5S.
Il referendum chiude una fase? Presto si vedrà. Intanto il risultato pone nuovi interrogativi: non sulla Costituzione ‘ampiamente confermata’ ma sulla legge elettorale. Il ‘combinato disposto’ fra conferma del bicameralismo paritario (ancor più paritario con un tipo di votazione omogeneo!) e la legge che diversi ora vorrebbero proporzionale farà tornare alla composizione delle maggioranze variabili in Parlamento; probabilmente proprio a quelle ‘larghe intese’ che si rimproverava essere un’intenzione di Renzi. A meno di tornare al Mattarellum, mai contestato dalla Corte. Per l’eventuale proporzionale qualche dubbio resta sul fatto che si riesca a mettere una percentuale di sbarramento e l’abolizione delle candidature multiple. A prescindere dal sistema che verrà adottato, l’elettore potrà poi esprimere un’opzione?
Un referendum appassionato per alcuni, uno sfogatoio di intemperanze per altri. Spesso, nascosti dietro al web, l’insulto non è mancato.
Se poi le bufale inserite ad arte diventano strumento di interferenze internazionali, allora non potremo che avere qualche preoccupazione in più.
Paolo Danuvola