È stato presentato il 12 dicembre scorso il piano integrato dell’Amministrazione Sala per lo sviluppo e la riqualificazione delle periferie. Si tratta di un piano straordinario, che richiede uno sforzo aggiuntivo rispetto all’ordinarietà dell’amministrazione di una città. Perché?
Perché si è verificato che ci sono punti in cui la città soffre, spazi di cui la politica deve tornare ad occuparsi, situazioni umane e sociali che vivono una forte esclusione rispetto all’insieme, luoghi separati da infrastrutture che dividono e compromettono la relazione, quartieri popolari dimenticati che vogliamo tornare ad abitare… Il termine “periferia” non è neutro: quando parliamo di periferia, la associamo istintivamente all’idea di povertà, disoccupazione, degrado, delinquenza, violenza, spaccio… in sintesi all’idea di miseria e di difficoltà urbane e umane.
È evidente che il problema è molto complesso e non può, non deve limitarsi al coinvolgimento di un unico assessorato! Perciò si parla di un “piano integrato”, cioè di uno strumento caratterizzato dalla collaborazione di diverse tipologie di intervento e di dimensione tale da incidere sulla riorganizzazione urbana, edilizia, ambientale, sociale, culturale della città. In questo percorso sono perciò chiamati a interagire insieme e in modo coordinato tutti i vari assessori, ciascuno portando il proprio contributo specifico in vista di un riscatto delle cosiddette periferie.
E questo è il secondo punto di novità del Piano Periferie: non punta solo alla “sistemazione” delle periferie in termini urbanistici o alla volontà di risolvere un problema di disagio, ma mira a rilanciare un modello di città che mette al centro i cittadini e le loro condizioni di vita quotidiane: quartieri collegati con il centro e collegati far di loro, quartieri complementari tra di loro e complementari al centro e un centro complementare alla sua periferia.
Per arrivare a questa proposta, si è partiti da un confronto con i vari Municipi, a cui è stato chiesto l’individuazione delle problematicità e delle opportunità presenti sul territorio. Si è voluto così contribuire a raccontare la realtà, soprattutto per evidenziarne i punti di forza e di bellezza su cui si potrà investire in un prossimo intervento. L’idea di fondo è che le periferie non sono un problema di qualcuno, ma un insieme di energie e potenzialità che, se sapranno ritrovarsi e unirsi, potranno contribuire a dare una risposta efficace e adeguata alle esigenze dell’oggi.
Il Piano Periferie del Comune di Milano comprende, dunque da un lato, interventi “pesanti” di riqualificazione nelle zone più critiche e, dall’altro, l’attivazione di attenzioni diffuse di tipo sociale, poiché il problema delle periferie non è solo una questione di tipo strutturale, ma anche e forse soprattutto una questione umana. Ciò sottolinea la necessità di un potenziamento delle politiche di attivazione economica e sociale per impedire che la crisi in atto spinga sempre più famiglie del ceto medio basso verso una povertà da cui non potrebbero più uscire, suggerendo interventi di coesione e di animazione territoriale al fine di potenziare welfare, educazione, cultura, sport, sviluppo economico per migliorare la qualità della vita del quartiere.
Roberta Osculati