Negli ultimi mesi, su alcuni giornali dei quartieri della città di Milano, ci sono stati interventi critici rispetto alle capacità attuali dei Municipi e la loro autorevolezza nei confronti del Comune per ottenere risposte per le periferie. Le attese dei cittadini sono altissime e con ragione: tutta la scorsa campagna elettorale ha visto portare il tema delle periferie come la priorità da parte delle forze politiche, nessuna esclusa.
Ci sono numerosi quartieri che attendono risposte da anni, risposte che la politica non ha saputo dare, con il risultato di consegnare ai posteri problemi che negli anni sono sempre aumentati: case abbandonate, edifici precari e non manutenuti, servizi assenti, quartieri “dormitori” ecc. Credo che il piano per le periferie “Fare Milano”, consegnando per tutti i Municipi degli interventi precisi e mirati, costituisca un buon segnale per la città. Non deve però costituire un alibi per i Municipi che, come istituzione più vicina al territorio, possono avere un ruolo fondamentale per fare delle periferie l’attenzione ordinaria e concreta dell’azione politica di tutti i giorni.
E’ decisivo allora pianificare degli interventi culturali che mirino a rendere i quartieri periferici un luogo di socialità, scambio, esperienze. Con la prima diffusa della Scala che abbiamo portato nel quartiere Rizzoli (rinunciando al più centrale ed elegante Auditorium di via Valvassori Peroni) in un condominio di una casa popolare, abbiamo voluto dare il segnale di percorrere questa strada. Con l’iniziativa “un territorio racconta – i martedì della cultura” dello scorso Febbraio, abbiamo dedicato 4 martedì all’approfondimento storico-culturale delle storie dei nostri quartieri, realizzando questi incontri nello spazio di via Rizzoli 13/a, nel bookstore solidale di via Porpora e infine nello spazio condominiale di via Amadeo 29.
Mi sono rimasti nel cuore i pensieri di gratitudine che mi hanno rivolto persone anziane e con difficoltà motorie che hanno visto portarsi la cultura ‘in casa’ e non hanno dovuto rinunciare a causa di spostamenti che l’età non consente più loro. Sono state prime occasioni di una collaborazione sempre più costante che andremo a consolidare con la custodia sociale di zona 3, MM e Aler. Sappiamo che le sfide delle periferie riguardano i prossimi venti anni della nostra città e la visione che ne vogliamo realizzare.
Gli sviluppi della vicenda degli scali ferroviari, ad esempio, giocano su ‘larga scala” un ruolo straordinariamente concreto, penso all’uso temporaneo degli spazi. Sono però convinto che dobbiamo pensare anche alle piccole cose che servono per animare le piazze, far uscire le persone dalle case, dare la possibilità a delle associazioni (magari un po’ precarie da un punto di vista organizzativo) di far emergere tutta la loro energia e capacità propositiva. Con l’iniziativa di Piano City che sarà a Maggio, abbiamo dato indicazioni al Comune e all’ente organizzatore, di portare la stupenda musica del pianoforte in luoghi periferici da un punto di vista culturale ma che vogliamo far diventare sempre più centrali: Rizzoli, Rubattino, Ortica. In questi mesi abbiamo dato attenzione a realtà che non avevano ancora conosciuto la collaborazione con noi, penso tra tutte al Ceas – Centro Ambrosiano di Solidarietà, che in dicembre, ha potuto realizzare una festa di Natale. Ancora, nelle prossime settimane usciranno dei bandi volti proprio all’animazione di quartieri che hanno bisogno una rivitalizzazione nei loro contesti.
Una città a due velocità, come direbbe il nostro Sindaco, non è più possibile. L’attenzione alle periferie e la Milano del futuro sono due impegni di un’unica sfida.
Luca Costamagna