Forse Papa Francesco avrebbe voluto venire ‘in incognito’ a frugare tra le pieghe della nostre città, viene però in modo inusuale: poco protocollo e molto contatto. Una giornata di corsa e con poco spazio alla fastosità, un saluto personale con il sindaco Sala a Linate e poi ritmo intenso verso luoghi di natura diversa: il Duomo e la sua piazza, S.Vittore, il Parco di Monza, S.Siro.
Compirà, come da tempo ci ha abituato, significativi gesti simbolici di attenzione, che invitano ciascuno ‘a uscire’ dai propri confini sociali e culturali e religiosi. Gesti che partono da una sollecitazione ecclesiale ma che portano ad una grande valenza civile: andare verso gli ultimi con uno spirito di ricerca e mettendoci ‘nelle scarpe degli altri’ (come ha detto nella recente intervista a Scarp de tenis, giornale di strada ripreso in questa occasione da importanti giornali a livello internazionale), ‘scarpe degli altri’ al fine di condividere per unire, conoscere per amare, accogliere per imparare.
<In questa città ho un popolo generoso> é il titolo di un agile e interessante sussidio predisposto dalla Diocesi di Milano per aiutare credenti (e non) alla ormai imminente visita di Papa Francesco nella terra ambrosiana, prefigurazione della città metropolitana. L’attenzione va alla sua sottolineatura della dimensione ‘culturale’, dove si legge: “la testimonianza è il principio che ci permette di abitare senza paura e inibizioni il cambiamento d’epoca… essere popolo per tutti i popoli chiede di sapere assumere e dare frutto a questa attitudine ambrosiana: continuare a costruire una Milano capace di innovazione, ma allo stesso tempo attenta a che lo sviluppo non generi difformità e squilibri“.
Le persone in difficoltà, ed in particolare gli ‘ultimi’ sono infatti l’orizzonte a cui Francesco ci indirizza: la visita alle famiglie delle case popolari, il pranzo con i carcerati, l’incontro di Monza, la festa allo stadio con i ragazzi nell’anno della loro Cresima. Tutte realtà che interpellano o sono interpellate nel profondo per gli atteggiamenti e le politiche di accoglienza, sostegno e promozione che una metropoli, una smartcity quale Milano vuole essere, deve affrontare con rinnovato entusiasmo e innovazione.
L’auspicio è che, passata la gioia della festa dell’incontro con Papa Francesco, il ritorno alla quotidianità ci faccia riconoscere che qualcosa di nuovo è all’orizzonte e, forse, già qui tra noi: a tutti l’augurio di saperlo scoprire!
Gianluigi Pizzi