La storia dell’integrazione europea è una storia di rapide accelerazioni e brusche frenate. Molte volte l’Europa si è trovata di fronte a una crisi profonda, ma ogni volta ha saputo riprendersi. Anche ora si cominciano a percepire piccoli, ma significativi segnali di ripresa nella crisi che attraversa l’Unione Europea. Dopo i successi del populismo antieuropeo del 2016 culminati nella Brexit, vi sono state la sconfitta del candidato della destra xenofoba in Austria a dicembre e la ripresa dei partiti europeisti in Olanda nei giorni scorsi.
L’auspicio è che la tendenza si rafforzi con la sconfitta del Front National in Francia nelle elezioni presidenziali del prossimo aprile. Questo potrà avvenire solo se i responsabili della politica europea comprenderanno che è necessaria una coraggiosa riforma che tenda a trasformare l’Unione Europea in un vero Stato federale. La proposta dell’Europa a due velocità potrebbe essere una soluzione. Gli Stati che non si sentono ancora pronti per cedere maggiori quote di sovranità potranno godere ancora di vantaggi economici (la libera circolazione di persone e merci), ma la strada dovrà essere tracciata da quel gruppo di Stati che accetteranno di unirsi in modo sempre più stretto. Questa Europa a geometria variabile avrebbe una consistenza demografica ed economica tale da poter tenere testa alle grandi potenze.
L’attuale debolezza o peggio ancora un’ulteriore divisione, sarebbe fatale. Non vi è oggi alcun paese europeo che possa competere coi colossi americano, russo o cinese. Solo una politica estera e una politica economica davvero comuni possono rimettere l’Europa in carreggiata. Non per caso gli Stati Uniti di Trump cercano di avere rapporti bilaterali con gli Stati europei piuttosto che con l’Unione nel suo complesso.
Uniti si può vincere, divisi si va incontro a un ulteriore declino. Certo le difficoltà e gli ostacoli sono molti, a cominciare dai nazionalismi sempre più aggressivi. Ma come dimenticare che i nazionalismi e i particolarismi hanno sempre portato guerre e distruzioni all’Europa? Manifestare la volontà di realizzare una Europa sempre più unita è il modo migliore per ricordare degnamente il 60° anniversario dei Trattati di Roma.
Prof. Alfredo Canavero – Università Statale di Milano