Utile la nota del Card. Angelo Scola che sollecita i cristiani ad essere protagonisti della vicenda politica della loro città, perché “la Chiesa non si schiera, i cristiani laici sì, con rispetto e coraggio” (www.chiesadimilano.it). L’obiettivo di evitare “divisioni e contrapposizioni” nelle parrocchie, negli anni passati ha spesso ingenerato l’equivoco che lì di politica non si dovesse parlare, con l’effetto però di provocare nel tempo un sostanziale indifferentismo e, nei giovani, l’idea che dovessero evitarla. Già Lazzati ci insegnava come la sfida della coerenza all’ispirazione potesse essere giocata proprio attraverso la politica.
La segnalazione della possibile irrilevanza dei cattolici nella politica coglie un problema. E’ utile però testimoniare l’impegno di amici che dopo anni di oratorio, di associazionismo e di volontariato, si giocano da tempo nel campo del centrosinistra. Intendo sottolinearlo perché la loro mancata evidenza non è dipesa solo dai loro limiti ma anche dalla sospettosità del retroterra ecclesiale per tale collocazione e perché a Milano per diverso tempo la stampa ha identificato il cattolico con CL. Giornalisticamente comprensibile l’equivoco, data la pesante presenza di Formigoni, ma realisticamente non esaustivo di una realtà difficilmente incasellabile.
Su questo foglio scrivono – anche, ma non solo – assessori comunali, consiglieri regionali, parlamentari di forte appartenenza ecclesiale (che non sono soliti sbandierare perché nessuno può appropriarsene!) e di ampio radicamento sociale, come dimostra il consenso che sanno raccogliere in ogni elezione con preferenza. L’esperienza politico partitica va giocata sulla credibilità personale, sul programma, sulla capacità inclusiva; sul piano dell’intelligenza e razionalità (‘dai ragione della tua fede’, diceva san Paolo) come capacità di mediazione fra fede (e/o concezione ideale) e storia.
Senza l’ambizione e la presunzione di rappresentare il mondo cattolico, molti amici attorno a ‘il Sicomoro’ credono di poter portare un contributo al sempre auspicabile e necessario cammino di discernimento della comunità cristiana e alla partecipazione dei laici cattolici alla vita sociale e politica, come da più parti auspicato.
Paolo Danuvola